Profumi e Intelligenza Artificiale: nuove frontiere per il mercato cinese (e globale)

Profumi e Intelligenza Artificiale: nuove frontiere per il mercato cinese (e globale)

L’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando l’industria della profumeria, dall’approvvigionamento etico degli ingredienti alla creazione di fragranze personalizzate. Un’opportunità da osservare con attenzione per le aziende italiane del settore beauty e luxury.

Alimentata dal boom globale dell’AI, l’industria delle fragranze — da sempre legata all’artigianalità e all’emozione — sta iniziando a integrare tecnologie avanzate per innovare prodotto e processo.

Unilever ha aperto la strada con un investimento da 100 milioni di euro per creare una fragrance house interamente supportata dall’AI, puntando a reinventare l’esperienza olfattiva. Secondo le previsioni, il mercato globale delle fragranze raggiungerà i 69,25 miliardi di dollari entro il 2030. 

In un contesto saturo di proposte, l’AI promette di offrire una via per distinguersi — a patto di trovare un equilibrio tra innovazione tecnica e autenticità sensoriale.

 

L’utilizzo dell’AI nella profumeria

Come si può applicare l’Intelligenza Artificiale nel settore dei profumi? 

L’impiego varia da brand a brand: alcuni adottano sistemi automatizzati per lo sviluppo completo di profumi, altri la utilizzano per migliorare l’etica di produzione o per suggerire fragranze su misura.

Andiamo a vedere più nel concreto alcuni utilizzi dell’AI in questo settore.

 

Alcuni esempi virtuosi concreti di profumi e IA

Tom Ford Beauty: nel gennaio 2025, il marchio ha lanciato Bois Pacifique, una fragranza sviluppata in collaborazione con il naso Rodrigo Flores-Roux e con Carto, l’AI proprietaria di Givaudan. L’uso di una “mappa olfattiva digitale” ha permesso di combinare gli ingredienti con precisione, segnando il debutto dell’Intelligenza Artificiale nelle formulazioni del gruppo Estée Lauder.

Jo Malone London: la maison britannica utilizza l’AI non solo nella composizione dei profumi, ma anche nel design del packaging, nel marketing e nella scelta dei nomi. Inoltre, sfrutta la tecnologia per identificare alternative sostenibili e conformi alle normative UE, con l’obiettivo di rendere la filiera più sicura e trasparente.

The Fragrance Shop: questo retailer britannico ha sperimentato un’esperienza AI-driven nel suo pop-up di Londra. I clienti potevano interagire con EveryHuman, una macchina intelligente capace di creare profumi personalizzati in base alle risposte a un questionario. In meno di due minuti, veniva prodotta una fragranza su misura, partendo da 46 note diverse.

Amorepacific: il colosso sudcoreano sta testando l’uso di biodata in tempo reale per creare fragranze iper-personalizzate. Attraverso il suo progetto “bathbot”, la tecnologia analizza onde cerebrali e preferenze sensoriali per consigliare profumi e colori, offrendo un’esperienza multisensoriale unica.

Givaudan in Cina: il gruppo svizzero sta investendo fortemente nella Cina, in particolare nel suo centro di innovazione a Shanghai. Con strumenti avanzati come Carto, Givaudan studia le preferenze locali per creare fragranze su misura per il mercato cinese. L’AI fornisce ai profumieri suggerimenti visivi e formulazioni trasparenti, rafforzando la personalizzazione del prodotto.

 

L’utilizzo di AI in attività (all’apparenza) distanti: innovazione su misura per il mercato cinese

Per le imprese italiane attive nel settore cosmetico e luxury, queste tendenze offrono spunti importanti.

In un mercato come quello cinese — sempre più attento alla personalizzazione, alla sostenibilità e all’innovazione — integrare soluzioni AI potrebbe rappresentare non solo un vantaggio competitivo, ma una necessità.

Sfruttare l’Intelligenza Artificiale per comprendere gusti locali, adattare le linee prodotto e ottimizzare la supply chain può diventare un asset fondamentale per chi intende espandersi in Cina.

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